L’unico autentico è farcito con uva passa e canditi (arance e cedri) come stabilito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nel luglio 2005. E per scovare quello buono non serve andare nelle pasticcerie che luccicano come alberi di Natale, ma è sufficiente entrare nelle fornerie. È infatti qui che il panettone ha i suoi interpreti più schietti e autentici. Alla deriva delle stravaganze alimentari non si sottrae il panettone, che oggi si trova anche farcito di crema di pistacchio, cioccolato e liquori e che qualche burlone sempre pronto ad abusare della ingenuità dei consumatori ci vuole fare consumare anche il 15 agosto. Insomma, il panettone è e deve rimanere il dolce natalizio che ha come ingredienti farina, uova non pastorizzate (la cottura nel forno sopprime qualsiasi tipo di batterio), burro e – per l’appunto – uvetta e frutta candita. La uniforme distribuzione della frutta è un elemento di fondamentale importanza e, tanto per restare su temi seri e non di moda, il consumatore potrà informarsi sull’utilizzo di lievito madre nell’impasto, evitando il più possibile lievito di birra. Inoltre il panettone non deve essere troppo morbido (è pur sempre un pane) né troppo… gonfio.
Diffidate quindi dai panettoni senza canditi o senza uvetta e astenetevi dall’acquisto di panettoni prodotti senza farina di frumento, idea cavalcata per soddisfare una ristretta cerchia di allergici al glutine, al lattosio e a tutto quanto madre natura ha sempre affidato ai suoi figli (la grande industria ha fatto passare la bizzarra idea che il gluten-free è più controllato. Con buona pace del costo al chilogrammo).
Per chi volesse assaggiare un panettone che possiede i crismi sopra citati, quello di Pietro Freddi di Casto (BS), giudicato il migliore tra oltre 50 contendenti da tutta Italia alla gara di assaggio presso Castalimenti.Forno Pietro Freddi
Frazione Famea, 5 – Casto (BS)
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