Giulio Moriondo – Vini Rari
Curiosi si nasce. Studiosi e vignaioli si diventa. E per Giulio Moriondo gli ingredienti c’erano tutti: una laurea in scienze biologiche, la qualifica di enologo e l’esperienza maturata in anni di ricerche in campo vitivinicolo. La passione per la vigna e un intelligente senso critico fecero il resto: lo spinsero a studiare le tradizioni agricole della Valle d’Aosta e a dedicarsi alla produzione artigianale di vino.
LE SCOPERTE
Punto di riferimento per l’approfondita cultura vitivinicola della valle, Giulio Moriondo è un appassionato ricercatore e “…in un certo senso etnologo…”, così lo definisce Maurizio Gily nella prefazione del libro “Vina Excellencia” (Giulio Moriondo – Tipografia Duc, 2008). A lui si devono la scoperta del Petit Rouge a bacca bianca, gli studi sul raro Neret di Saint-Vincent o le attente ricerche sul vino storicamente conosciuto come Clairet de Chambave (“… Il Clairet non era affatto, come verrebbe da pensare, un semplice vino rosatello, acidulo e leggero, proveniente da uve poco mature o guaste; era invece un potente vino ricco di storia proveniente da uve passite. …” – “Vina Excellencia”, G. Moriondo 2008). Le raccolte dei suoi studi sono fruibili in alcuni volumi di deciso valore culturale. Libri che non calcano gli scaffali di sfavillanti librerie ma che, tuttavia, hanno il pregio di farsi trovare agli appassionati più irriducibili.
LA PRODUZIONE DI VINI RARI
Sacrificio, impegno e lucide intuizioni: da queste premesse prendono vita vini rari, realizzati per scelta in piccole quantità. 2500 le bottiglie indicativamente prodotte ogni anno, ottenute da viti coltivate in minuti appezzamenti estesi complessivamente per 0.5 ha nei Comuni di Nus (Jacquemin e La Plantaz) e di Quart (Cartesan). La coltivazione è svolta con sapienza secondo i criteri di un’agricoltura volta al rispetto e all’esaltazione di ciò che di utile e propositivo è naturalmente presente nell’ambiente. Valorizzare, quindi, piuttosto che combattere. E ciò accade, ad esempio, con le erbe infestanti presenti tra i filari. No a diserbanti e concimi, ma via libera ad un’attenta selezione manuale che premia le piante che si dimostrano meno competitive nei confronti delle viti. Il terreno conserva i nutrimenti per la vigna e l’ambiente beneficia della biodiversità.
LA VISIONE
Il metodo è la risultante di un percorso. Un cammino svolto per decenni a contatto con la vite, con le uve e con la produzione del vino, che lo ha condotto a maturare una personale visione che, in ambito enologico, appare nitida e luminosa. Parola d’ordine “semplicità” per liberare l’essenza più intima del vino. Le fermentazioni sono così svolte con i lieviti indigeni, si praticano macerazioni calibrate a seconda dell’annata e sane follature manuali. Sono assenti stabilizzazioni ed eventuali maturazioni in legno.
È l’uomo quindi che accompagna con rispetto l’uva in vino, rendendo omaggio a quel “sapere contadino” che, nei secoli, ha scritto la storia rurale della Valle d’Aosta.
I VINI
Si originano così vini di carattere come il Bàlteo, la Cuvée d’Emile, la Cuvèe de St-Ours, ma dei veri e propri tesori culturali sono le personali rappresentazioni del Petit Rouge a bacca bianca o il vino elaborato ispirandosi ai dettami produttivi che originavano l’antico Clairet de Chambave. Prodotti che riescono ad emozionare non solo per la tenacia e l’eleganza che manifestano, ma soprattutto per la storia che raccontano. Una storia fatta di uomini, sudore e fatica.
Giulio Moriondo – Vini Rari
Bas Villair, 29 – Quart (AO)
vinirari@vinirari.net – www.vinirari.it